L’emigrazione e la religione sono argomenti attuali, di costante ricorrenza nella storia umana. L’uomo emigra per avventura, per necessità e per diffondere la sua religione. I Greci colonizzarono l’Europa e il Vicino Oriente. Gli arabi erano in Europa, in Africa e in quasi tutto l’Oriente. Gli emigranti cristiani portarono la loro fede in America. Nel XIX e XX secolo, quattordici milioni di italiani abbandonarono la propria patria per avventurarsi e trasmettere la loro fede in Cristo. Questo libro spera di poter trasmettere una piccola immagine di questa emigrazione del popolo penuinsulare. L’uomo è sempre stato un emigrante, un viandante, un rifugiato in questa nostra piccola Terra. Si è evoluto nell’Africa meridionale e da lì ha camminato verso nord e nord-est, moltiplicandosi in tutti i continenti, raggiungendo il Sud America seguendo il corso opposto. Senza dubbio un bipede errante. I motivi che lo spingono a lasciare il luogo di nascita non sono pochi. Tra questi, la mancanza di cibo, le guerre, i regimi che opprimono la loro libertà, ma anche il loro spirito di avventura. Tra l’Ottocento e il Novecento, quattordici milioni di italiani hanno lasciato la loro patria, diffondendosi nel mondo, portando con sé speranze, cognomi, arti, cibo e lingua. L’emigrazione senza precedenti nella storia dell’umanità segnò, profondamente, l’insediamento del Nuovo Mondo, scoperto da Cristoforo Colombo, che fu chiamato America in onore di un altro italiano, Amerigo Vespucci.