Iniziato nel 1939 e interrotto per tutta la durata dell'internamento di Sartre in Germania, questo libro, il primo della serie romanzesca “Le vie della libertà” comprendente anche “Il rinvio” (1945) e “La morte nell'anima” (1948), vedrà la luce solo al termine della guerra poiché giudicato, sotto il regime del maresciallo Pétain, troppo scandaloso. Il romanzo racconta due giorni cruciali nella vita di un gruppo di trentenni costretti a constatare il crollo delle proprie illusioni di libertà e soprattutto la sconcertante e fatale scoperta che è proprio questo crollo a renderli davvero liberi. Attorno al protagonista, il professore di filosofia Mathieu, evidente alter ego dell'autore, alle prese con la gravidanza indesiderata della propria amante, ruota un nucleo di personaggi che, lucidi e disperati o ancora capaci di difensivi autoinganni, si dibattono in una vacuità di significato che né la militanza politica né i sogni di gioventù possono redimere. È però Mathieu il solo a giungere con piena consapevolezza all'età della ragione, quella in cui si entra dopo essersi resi conto della gratuità fondamentale di ogni esistenza o, come scrive lo stesso Sartre nell'Essere e il nulla, della "fatticità" della coscienza.