"Se, sul piano dei contenuti grezzi, la "Mandragola" nasce da una tattica di divertito, persino un poco provocatorio bricolage, sul piano compositivo, archietturale, la commedia si rivela un organismo di straordinaria solidità e saldezza, chiuso a cerniera da un doppio ordine di strutture. La struttura "prima" della Mandragola è quella che potremmo chiamare la struttura d'amore (dentro la quale si sviluppa la struttura "seconda", quella della beffa). La struttura d'amore era componente architetturale primaria della commedia latina e, in quanto tale, era stata mutuata dai primi riduttori e volgarizzatori tra Quattro e Cinquecento. Nel suo dipanarsi con calcolata lentezza, tra una ben congegnata serie di ostacoli che ne rinviavano, di scena in scena, l'esito, la struttura d'amore garantiva alla commedia un suo decoro "medio", affidata com'era ai modi e alle cadenze dell'elegia. Il Machiavelli della Mandragola decide di forzare la medietà della struttura erotica e di portarla a livelli di inconsueta tensione passionale; e, d'altro canto, vi innesta, in un continuo contrappunto dal "basso", tutta una serie di inserzioni oscene, che coesistono, senza interferire, al vagheggiamento di un amore "alto", sublime". (Guido Davico Bonino)