La vicenda del romanzo segue tutte le tappe della vita del protagonista, dalla sua infanzia povera all'adolescenza avventurosa, dalla maturità, appagata dal successo economico, ma fallita sul piano degli affetti e dei rapporti umani, fino alla morte e alla solitudine. Il romanzo descrive l'ascesa sociale di Gesualdo Motta, che da muratore diventa imprenditore, proprietario terriero, marito di una nobildonna, per poi vedere il suo patrimonio, accumulato con tanti sforzi, dissipato dalla figlia e dal genero. Amareggiato dagli egoismi della sua famiglia che lo sfrutta e nello stesso tempo gli rimprovera la conquista della ricchezza, sposa Bianca Trao, una nobile decaduta costretta alle nozze per riparare una relazione colpevole con il cugino baronetto Ninì Rubiera. Il matrimonio non riesce però a far dimenticare la sua modesta estrazione sociale e presto si rivelerà un "affare sbagliato". La moglie è sempre malata e poco incline all'amore e alla confidenza. Isabella, la figlia nata dopo il matrimonio, che forse non è neanche figlia sua, ripaga il padre degli agi e delle premure scappando di casa con il cugino Corrado La Gurna del quale si è infatuata e si vergogna del padre per le sue umili origini. Gesualdo fa sposare la figlia con il duca di Leyra, un nobile palermitano decaduto che vivrà alle spalle del suocero sperperando tutte le sue sostanze. Rimane la nostalgia dell'umile e silenziosa serva Diodata, che con il suo amore sottomesso e disinteressato gli ha dato due figli e gli ha sacrificato con devozione la sua giovinezza. Consumato dal cancro, Gesualdo muore solo, tra l'indifferenza dei servitori, in una stanza appartata del palazzo dei Leyra, lontano dalla sua casa e dalla sua terra.