Giulio Giamò ha ali con cui volare. Poco conta che siano ali di metallo e non di piume quelle con cui traccia rotte nel cielo. Sul suo Vita Nuova, un Caproni 133 dell'esercito italiano, ha sorvolato il Mediterraneo e ora è giunto in Africa, terra incognita che lo ha rapito fin dalla prima notte, con la testa che gli girava per la meraviglia. Viaggiare è un privilegio per chi non ha timore di riempirsi gli occhi di stupore, scoprire uomini con la pelle di un altro colore, pappagalli parlanti, amori che rubano il sonno. Ma se il suo cuore scoppia di vita, le sue ali diventano messaggere di morte, perché, come un postino del cielo, è lui a consegnare al Negus d'Etiopia la dichiarazione di guerra. Per un Paese che a lungo si è dimenticato del mondo, così come il mondo si è dimenticato di lui, è un risveglio che tramortisce, e lo è anche per Giulio, che sperava di essere destinato a missioni più nobili. Non può sopportare di vedere violata quella terra che lo ha sedotto con il verde delle sue notti, la luce d'oro del mattino, il blu del Nilo che si fa argento sotto la luna. Ma la realtà è come una clessidra che qualcuno ha capovolto all'improvviso, la fortuna se ne va e torna di rado. Giovanna Giordano racconta la storia di una guerra, una guerra di conquista coloniale, come una favola incantata, un'avventura trasognata. Dieci anni di storia – tra la decisione di conquistare l'Etiopia e l'inevitabile resa agli inglesi che radono al suolo quel fatuo Impero italiano – vengono ripercorsi come un sogno destinato a infrangersi, perché "ci sono più miraggi nella vita di un uomo che stelle nel cielo".